mercoledì 12 agosto 2015

E’ morto il mio amico Beniamino

Me l’ha telefonato mio figlio: è morto Beniamino. La brutta notizia non mi ha colto di sorpresa era un po'  di giorni che sapevo della gravità della situazione. É stato tutto velocissimo, conoscendolo forse è stato meglio così; non ho avuto il coraggio di andare a trovarlo in Ospedale, non avrei saputo cosa dirgli né avrei potuto mentire alle sue probabili domande buttate lì con la solita scanzonata noncuranza; non ci sono riuscito in tanti anni di amicizia figuriamoci in tale circostanza.

Prima le lunghe chattate via radio. Il suo nome in codice, oggi lo chiamano nickname, era Zanna Bianca. Poi le prime sciate alla fine degli anni sessanta, ancora insieme con la casa in cooperativa, le avventure in Spagna ed in Grecia con roulotte e camper.

Beniamino non era un amico qualunque, era il collante che teneva insieme persone anche diverse tra loro. Ci si vedeva da Beniamino e lui c'era sempre a qualsiasi ora.

É morto Beniamino, amico mio e di tutti, di quanti frequentavano prima la sua libreria (la sezione Reagan) in Corso Garibaldi e poi il negozio di macchine fotocopiatrici in periferia.
Era e resterà  sempre nel ricordo di quanti lo hanno  conosciuto  una persona eccezionale per la sua bontà innanzitutto, e per la sua generosissima disponibilità.

Noi con arroganza pseudo-intellettuale, a volte, scambiavamo per spirito di contraddizione la sua ingenua e sincera attenzione per tutto ciò che aveva profumo di novità; in realtà lui era così: libero, intelligentemente curioso, mai   soddisfatto della prima “lettura”. Forse anche per questo ci piaceva e gli volevamo bene.

Io, che da ragazzo l'ho conosciuto nella sua prima libreria in Via Saffi rilevata, mi pare, da Agostinucci,  rimanevo affascinato dai suoi racconti della politica degli anni '50 e dei primi anni '60 quando Beniamino  era giovane assessore comunale.  Mi ricordo che noi, poco più che bambini, ci nascondevamo dietro le colonne del chiosco di S. Pietro intimoriti dal passo svelto di questo ragazzo che con giacca ed immancabile fiocchetto al posto della cravatta, si recava a trovare la sua fidanzata: quella che sarebbe poi diventata sua moglie.  Chiedevamo chi fosse ai nostri genitori, e la risposta ci sembrava quasi "un rimprovero": è l'assessore!

La politica è stata una sua grande passione e in un periodo l’ha visto anche come protagonista, alla fine degli anni ’60, con il tentativo di creare il centrosinistra al comune, ma direi che fino alla fine non ha mai disdegnato di “accalorarsi” per la politica; si fa per dire perché io non lo ricordo mai con toni sopra le righe, appassionato e fermo nel sostenere le sue convinzioni sì .

Gli aneddoti e i ricordi sono tantissimi, perfino troppi per racchiuderli in un breve ricordo o per condividerli con altri e poi ciascuno di quei tanti che l’hanno conosciuto e apprezzato ne avrà altrettanti e sicuramente  memorizzati con un’angolazione diversa e, come me, li conserverà come momenti belli della propria vita.

L’ho salutato in una tristissima mattina assolata presso la camera mortuaria dell’ospedale; era dentro una bara. Tutta una vita di ricordi mi è passata velocemente davanti come un film accelerato, mentre incredulo guardavo quel viso inespressivo che facevo fatica ad accettare. La commozione mi ha preso forte, non ho resistito e me  ne sono andato,

Ciao Beniamino, speriamo di non averti perso per sempre, tu ci credevi poco, io forse un po’ di più, chissà chi avrà ragione questa volta.

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