E’
morto il mio amico Beniamino

Prima
le lunghe chattate via radio. Il suo nome in codice, oggi lo chiamano nickname, era Zanna Bianca. Poi le prime
sciate alla fine degli anni sessanta, ancora insieme con la casa in
cooperativa, le avventure in Spagna ed in Grecia con roulotte e camper.
Beniamino
non era un amico qualunque, era il collante che teneva insieme persone anche
diverse tra loro. Ci si vedeva da Beniamino e lui c'era sempre a qualsiasi ora.
É
morto Beniamino, amico mio e di tutti, di quanti frequentavano prima la sua
libreria (la sezione Reagan) in Corso Garibaldi e poi il negozio di macchine
fotocopiatrici in periferia.
Era
e resterà sempre nel ricordo di quanti
lo hanno conosciuto una persona eccezionale per la sua bontà
innanzitutto, e per la sua generosissima disponibilità.
Noi
con arroganza pseudo-intellettuale, a volte, scambiavamo per spirito di contraddizione la sua ingenua e sincera attenzione per tutto ciò che aveva
profumo di novità; in realtà lui era così: libero, intelligentemente curioso,
mai soddisfatto della prima “lettura”.
Forse anche per questo ci piaceva e gli volevamo bene.
Io, che da ragazzo l'ho conosciuto nella sua prima
libreria in Via Saffi rilevata, mi pare, da Agostinucci, rimanevo affascinato dai suoi racconti della
politica degli anni '50 e dei primi anni '60 quando Beniamino era giovane assessore comunale. Mi ricordo che noi, poco più che bambini, ci
nascondevamo dietro le colonne del chiosco di S. Pietro intimoriti dal passo
svelto di questo ragazzo che con giacca ed immancabile fiocchetto al posto
della cravatta, si recava a trovare la sua fidanzata: quella che sarebbe poi
diventata sua moglie. Chiedevamo chi
fosse ai nostri genitori, e la risposta ci sembrava quasi "un rimprovero":
è l'assessore!
La
politica è stata una sua grande passione e in un periodo l’ha visto anche come
protagonista, alla fine degli anni ’60, con il tentativo di creare il
centrosinistra al comune, ma direi che fino alla fine non ha mai disdegnato di
“accalorarsi” per la politica; si fa per dire perché io non lo ricordo mai con
toni sopra le righe, appassionato e fermo nel sostenere le sue convinzioni sì .
Gli
aneddoti e i ricordi sono tantissimi, perfino troppi per racchiuderli in un
breve ricordo o per condividerli con altri e poi ciascuno di quei tanti che l’hanno
conosciuto e apprezzato ne avrà altrettanti e sicuramente memorizzati con un’angolazione diversa e, come
me, li conserverà come momenti belli della propria vita.
L’ho
salutato in una tristissima mattina assolata presso la camera mortuaria
dell’ospedale; era dentro una bara. Tutta una vita di ricordi mi è passata
velocemente davanti come un film accelerato, mentre incredulo guardavo quel viso
inespressivo che facevo fatica ad accettare. La commozione mi ha preso forte,
non ho resistito e me ne sono andato,
Ciao
Beniamino, speriamo di non averti perso per sempre, tu ci credevi poco, io
forse un po’ di più, chissà chi avrà ragione questa volta.
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