venerdì 12 ottobre 2012

Intervista della giornalista Silvia Leoni  pubblicata sul Giornale dell'Umbria.

Dott. Lanuti è stato confermato alla guida del Co.Ge per il terzo biennio consecutivo. Quali sono stati i cambiamenti più significativi che hanno attraversato il mondo del volontariato in questo lasso di tempo?

Dalla sua istituzione ed avvio (avvenuta nel 1998) il Sistema del fondo Speciale, attraverso il finanziamento e l’operatività dei due Centri di Servizio istituiti in Umbria (quello di Perugia e quello di Terni) ha cercato di dare risposte alle esigenze ed ai bisogni delle organizzazioni di volontariato e del volontariato,  sia a quelli di carattere materiale e immateriale collegati alle varie fasi della vita di un organismo associativo (es. consulenza per una corretta gestione; utilizzo strumenti e/o attrezzature per organizzazione di iniziative; formazione per la qualificazione dei volontari e dei dirigenti, ecc), sia a quelle più generalmente collegate alle esigenze di sviluppo, di promozione e comunicazione dello stesso organismo associativo (es. campagne di sensibilizzazione per aree di intervento; supporto nella predisposizione dei piani comunicativi; ecc).

A testimonianza del lavoro svolto e dei risultati conseguiti si segnala come (grazie anche all’attività svolta dai CSV dalla loro istituzione ad  oggi), le odv iscritte all’albo regionale sono passate dalle 353 del 1999 alle 535 del 2011. Sotto questo profilo si rileva quindi una presenza media di 6 odv ogni 10.000 abitanti (in linea con la media nazionale). A queste bisogna aggiungere le altre odv (stimabili in altre 500/600) non iscritte all’albo regionali ma regolarmente funzionanti e operanti (il requisito dell’iscrizione all’albo non è infatti elemento costitutivo ma solo necessario per avere alcune agevolazioni).

La crisi ha avuto ripercussioni pesanti anche sul Fondo Speciale per il Volontariato che si è andato via via assottigliano. E’ possibile quantificare la contrazione di risorse?

In questi ultimi anni (in particolare dal 2008 ad oggi)  le risorse che sono affluite nel  Fondo Speciale della Regione dell’Umbria si sono, a causa della nota e ancor oggi perdurante crisi finanziaria che, come noto ha purtroppo anche influito sensibilmente sui bilanci delle fondazioni bancarie, si sono però via via ridotte. Si è infatti passati dai 2.300.000 Euro accantonati nel FSV dell’Umbria per il 2008 ai 975.741 accantonati per l’anno in corso.
Le somme che complessivamente saranno disponibili, per il 2013, nel FSV dell’Umbria, ammontano ad €. 1.091.447. Date dal citato nuovo accantonamento di €. 926.497 e dagli avanzi (pari complessivamente ad €. 164.950) presenti e attestati sui bilanci 2011 dei CSV che il Comitato precedente  (in maniera lungimirante) ha deciso di non assegnare ai singoli CSV per incrementare le attività dell’anno 2012, bensì di trattenerle nel FSV (prevedendo. 


Dal suo punto di osservazione privilegiato, quali sono le conseguenze più gravi che questa contrazione di risorse determina?

Le conseguenze più gravi sono ovviamente legate alla contrazione dei servizi erogati alle odv.
Mi  limito ad aggiungere una ulteriore considerazione (che scaturisce dagli esiti dell’intesa che i firmatari dell’accordo del 23.06.2010 hanno raggiungo lo scorso 25 di luglio). Nella quale, sostanzialmente, è previsto l’integrale utilizzo del fondo di riserva nazionale che era stato costituito per affrontare le eventuali emergenze.
 Dal 2014 quindi si rischia di assistere ad una contrazione totale delle risorse.
A meno che a livello nazionale non si decida di mettere in circolo le risorse non utilizzate presenti (come da monitoraggio del luglio scorso) in molti contesti regionali (non in Umbria che ha sempre ed efficacemente utilizzato le risorse messe a disposizione).
 Quest’ultima sarà la linea che come componente della Consulta Nazionale tenterò di portare avanti


La diminuzione di risorse finirà necessariamente per ripercuotersi anche sull’efficacia delle azioni dei Centri di Servizio. Come arginare i danni?

Questo è già avvenuto, con diminuzione rilevante di utilizzo di personale, e di minore conseguente erogazione di servizi. Anche se devo sottolineare come l’accortezza e lo spirito di sacrificio di quanti operano in questo settore, ed in particolare i due Cesvol ed i loro Presidenti, ha ridotto e supplito ai disagi; almeno per adesso.

Come arginare i danni è molto difficile immaginarlo oggi per il 2014; gran parte dipenderà dalla ripresa economica, e quindi dai maggior utili delle fondazioni bancarie, ma io credo anche da un ulteriore e decisiva ottimizzazione dei servizi e delle, pur inadeguate, risorse disponibili.


In un simile contesto, che ruolo dovrà avere e com’è destinata a cambiare la Progettazione sociale?


La progettazione sociale, di cui l’Umbria è stata antesignana, credo che purtroppo sarà sospesa posta la suddetta carenza totale di fondi; ripeto però che tutto o almeno in gran parte dipenderà dalla situazione economica generale. Per il 2013 L’Umbria disporrà di circa 390.00 euro, e già nei prossimi giorni si riunirà la commissione a suo tempo nominata per predisporre quanto necessario.


Quali le prospettive per il Volontariato?

A  parte le difficoltà che il volontariato sta in generale attraversando e che dipendono secondo me soprattutto da una positiva crisi di crescita qualitativa e quantitativa (ma qui il discorso ci porterebbe lontano!), ritengo che la contrazione dei servizi, derivanti dalle suddette difficoltà economiche, non agevolano certo questo momento di passaggio che il volontariato sta attraversando.


Che ruolo deve preservare il Volontariato in questo momento di crisi? A quale tratto della sua identità non può rinunciare?

Credo che soprattutto in questa fase debba ancorarsi ancor più ai suoi “fondamentali” di sempre: gratuità, solidarietà, partecipazione.

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