Chiesa e politica, privilegi visti dalla Patagonia.

Ho ritrovato nei meandri del mio computer un brevissimo articolo pubblicato sul fatto Quotidiano di cui ho dimenticato
l’autore. Credo che valga la pena riproporlo a quei pochissimi (direi quasi
nessuno) che passano per questo blog.

Da il Fatto Quotidiano, 19 Febbraio 2012
Anche visti da lontano facciamo la nostra preziosa figura. Da un’ora sto
cercando di spiegare a un gruppo di gauchos della Patagonia,
che bevono Quilmes in un bar di Rio Majo, provincia di Santa Cruz, 13 mila
chilometri da casa, come mai il loro quotidiano Patagonia abbia oggi in prima pagina un titolo
che dice più o meno: “Italia: alla fine anche la Chiesa pagherà le tasse”.
Fanno fatica a credere che la Chiesa dei poveri, dei martiri e dei santi che
loro onorano in minuscole cappelle ai bordi della immense strade di polvere che
corrono verso Ushuaia e la Fin del Mundo, viva imbracciando il privilegio dei
ricchi che coincide (quasi sempre) con la prepotenza di pretendere regole
proprie, e poi anche deroghe alle regole proprie.
Mi hanno chiesto se il Papa era il
colpevole di questa ingiustizia. Per non deluderli gli ho detto che no, lui
l’ingiustizia l’ha trovata bella e fatta, come i vestiti d’oro, le scarpine
porpora e i conti cifrati Ior. Ma certi vescovi sapevano. E con loro sapevano
i nostri politici, celebri in Europa perché con una
mano rubano mentre con l’altra si fanno il segno della croce. E si aspettano un
buon posto in Paradiso tramite mutuo raccomandato e rateizzabile.
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